In precedenza, abbiamo
spiegato il percorso necessario per aprire un’attività di farmacia o parafarmacia eCommerce, ovvero una serie di step che coinvolgono le Autorità Competenti del proprio territorio e il Ministero della Salute per avere l’autorizzazione alla vendita di farmaci senza ricetta e di prodotti per la salute online: la formalità di questa procedura è necessaria per disciplinare un business che ha un impatto diretto sul benessere del consumatore, il quale deve poter sapere che si sta rivolgendo a un’attività commerciale affidabile. Non solo, ma farmacie e parafarmacie online sono tenute a rispettare ulteriori linee guida nella definizione del catalogo prodotti e dei loro prezzi, per garantire trasparenza e lealtà concorrenziale.
Recentemente, però, un caso particolare ha creato agitazione nel settore dell’eCommerce di farmaci, andando ad alterare lo status quo.
Cos’ha di tanto particolare questo eCommerce farmacia?
A prima vista nulla, ma scorrendo nella homepage per trovare
il Logo Europeo, che certifica in maniera inequivocabile l’autorizzazione alla vendita di farmaci online, notiamo che sfoggia bandiera olandese e non italiana: ogni Logo, infatti, deve mostrare lo Stato Europeo a cui appartiene l’attività commerciale e, informandosi sul sito internet, si può leggere che fa parte di un gruppo con sede in Olanda per l’appunto.
Il Logo europeo deve essere anche accompagnato da un link al sito della relativa Autorità nazionale compente: e così effettivamente succede, portando il cliente italiano sul sito della Sanità olandese, certamente di difficile comprensione linguistica salvo particolari competenze personali. Il Logo, però, è certamente autentico, poiché l’immagine è criptata per proteggerla da usi indebiti, quindi non è una questione di legittimità dei prodotti venduti, che sono proposti nella lingua del nostro Paese sia sul catalogo che nella scatola fisica.
C’è però un altro tipo di conflitto che allarma i farmacisti italiani: l’avvio di un’attività di eCommerce farmacia e parafarmacia in Italia è possibile solo in presenza di un corrispondente punto vendita sul territorio, cosa di cui il gruppo olandese non è dotato. In effetti, il Ministero italiano impone una corrispondenza tra il prezzo del prodotto online e quello del prodotto sullo scaffale della corrispondente farmacia fisica per proteggere la concorrenza leale. Questo implica che il portale eCommerce farmacia in questione abbia una maggiore libertà nel definire le proprie strategie di prezzo, creando un’imparità di condizioni rispetto alle attività italiane.
Altra questione spinosa che lascia perplessi i farmacisti nostrani è la catena di distribuzione: nel nostro Paese non è consentito il passaggio diretto da produttore (l’azienda farmaceutica) a consumatore, che viene appunto mediato dalle farmacie. L’assenza di un’attività fisica in Italia per il gruppo olandese e la diversa giurisdizione creano condizioni di cui gli eCommerce farmacia e parafarmacia italiani non possono usufruire.
L’ingresso del gruppo olandese nel Bel Paese rientra certamente nelle sue possibilità (i nostri farmacisti potrebbero similmente spostare le proprie attività in altri Paesi europei, a condizione di vendere i farmaci ottenuti in quella nazione), ma crea preoccupazioni nella categoria per le discrepanze sulle discipline per le vendite online di farmaci in Italia. La situazione è nota all’Ordine dei Farmacisti e potrebbe evolversi prossimamente.