Quali sono le sfide tecnologiche per il settore healthcare e le strategie da adottare per gestire al meglio la trasformazione digitale dell’intera filiera?
Queste sono le domande a cui ha voluto rispondere
Digital for Health, evento organizzato dal Consorzio DAFNE, comunità no profit attiva dal 1991 che riunisce oltre 700 tra aziende farmaceutiche e distributori intermedi allo scopo di individuare soluzioni per la governance dell’innovazione digitale nell’healthcare.
L’evento, tenutosi a Milano lo scorso febbraio, si è concentrato sulle nuove tecnologie, analizzando il grado della loro adozione da parte della filiera, gli effetti già misurabili e le opportunità ancora da cogliere.
Tra i punti focali di Digital for Health c’è stato l’eCommerce farmaceutico.
Il tema è stato trattato dall’
Osservatorio eCommerce B2C del Politecnico di Milano, che ha riportato i dati del commercio digitale in Italia tracciando il contesto degli acquisti online degli italiani e concentrandosi poi sul solo comparto healthcare.
I dati dell’Osservatorio confermano la crescita dell’eCommerce B2C in Italia:
la domanda ha raggiunto i 31,5 miliardi di euro nel 2019, segnando un incremento del 15% rispetto all’anno precedente e praticamente raddoppiando la cifra del 2015. Si conferma il trend che vede gli acquisti dei prodotti superare quelli dei servizi, che si ripartiscono il canale online per, rispettivamente, il 57% e il 43%.
Per quanto riguarda il settore healthcare, l’Osservatorio ha preso in considerazione 41 produttori e un totale di 612 marchi, constatando che
circa l’80% di questi ultimi viene commercializzato su canali online attraverso quattro modalità:
- Farmacia multicanale: gestisce l’attività di vendita dei prodotti, in modo più o meno indipendente rispetto al produttore;
- Pure player generalista: l’offerta viene proposta attraverso piattaforme pure player, come per esempio Amazon;
- Piattaforma “Where to buy”: il catalogo dei prodotti viene presentato attraverso aggregatori di contenuti online, come per esempio i comparatori di prezzo, che rimandano a un altro sito dove poter effettuare l’acquisto;
- eCommerce: la vendita viene dall’azienda attraverso un sito eCommerce, con gestione diretta o intermediata da parte del produttore e che può essere collegato o meno al sito istituzionale del marchio.
A parte nell’ultimo caso, la vendita avviene indirettamente; bisogna inoltre precisare che,
con l’eccezione di un sito eCommerce per farmacia abilitato dal Ministero della Salute, l’offerta non può includere i farmaci senza obbligo di ricetta (SOP) e da banco (OTC).
Infatti, perfino le aziende produttrici non possono effettuare la vendita diretta e richiedono la mediazione del
farmacista, unico attore della filiera abilitato alla vendita di prodotti SOP e OTC online.
Di fatto, i dati dell’Osservatorio confermano l’importanza dell’eCommerce per farmacia in Italia: rispetto al campione preso in esame,
nel 2019 la categoria di prodotti più venduta è stata proprio quella degli OTC, raggiungendo il 44% del totale, seguiti da integratori (27%) e cosmetici (11%).
L’analisi dell’Osservatorio rafforza uno scenario che vede
la crescita costante dell’eCommerce per farmacia:
- secondo Iqvia, nel 2019 il fatturato ha raggiunto i 240 milioni di euro, con un incremento del 55% rispetto al 2018;
- secondo il Ministero della Salute, nel 2019 il numero delle attività abilitate alla vendita di SOP e OTC erano 752, con una crescita media annua del 38,4% nell’ultimo triennio.
L’eCommerce per farmacia rappresenta una preziosa opportunità per il farmacista per incrementare la sua marginalità e assicurarsi un posto nel mercato di domani.
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