Come abbiamo già visto, l’emergenza legata alla diffusione del coronavirus ha portato
molti italiani a adottare strategie di ricerca di informazioni e di acquisto utilizzando i canali digitali, per rispettare le disposizioni ministeriali sugli spostamenti personali e limitare così i rischi di contagio.
Se quindi si può trovare una conseguenza positiva di questa crisi è che
aiuterà ad accelerare la trasformazione digitale di alcuni settori chiave del nostra Paese per rispondere ai Decreti emanati nelle ultime settimane e soddisfare i bisogni dei cittadini, innescando processi che difficilmente si arresteranno al termine della crisi.
Il termine
trasformazione digitale impiegato in italiano infatti è considerato un adattamento dell’inglese
digital disruption, che può essere tradotto come
rottura o
interruzione netta che avviene quando si introducono nuovi strumenti e modelli di business digitali, e mai come oggi stiamo vivendo un momento di rottura.
Tra i settori più coinvolti in questa emergenza c’è, chiaramente, la Sanità ed è quindi quello può maggiormente
accelerare un percorso di trasformazione digitale su cui stava già investendo.
La dematerializzazione del sistema di prescrizioni mediche, per esempio,
aiuta a ridurre la necessità dei cittadini di spostarsi e di aggregarsi negli studi medici: il medico deve semplicemente comunicare, anche da remoto, il NRE (Numero di Ricetta Elettronica) al paziente, che a sua volta lo riferisce al farmacista assieme all’identificativo della sua tessera sanitaria per ricevere così il suo farmaco.
Attraverso la registrazione telematica della prescrizione e l’assegnazione di un codice numerico unico al paziente si possono introdurre altri strumenti per facilitare ai cittadini l’accesso da remoto dei farmaci, anche con ricetta.
Se la Croce Rossa sta effettuando consegne a domicilio di farmaci per chi non può uscire di casa a causa delle condizioni di salute o della quarantena, ci sono anche attività private che offrono questo servizio, occupandosi del ritiro in farmacia e del trasporto all’indirizzo richiesto, oppure sono direttamente le farmacie a dotarsi dei mezzi necessari.
Sempre allo scopo di limitare la permanenza in farmacia e i rischi di contagio reciproco, è aumentata la richiesta dei servizi di
click&collect, ovvero di prenotazione online con ritiro nel punto vendita: in questo modo il cittadino può scegliere i prodotti con calma da casa, presentando eventualmente i dati della sua ricetta elettronica, e passare a prenderli solo quando sono pronti.
Per attività che offrono un simile servizio, la gestione degli ordini è molto importante e
le applicazioni diventano un utile strumento di supporto per centralizzare le richieste, offrire al paziente un canale di contatto diretto e sempre in tasca, e inviare comunicazioni istantaneamente.
Chiaramente, anche l’eCommerce per farmacia sta ricevendo una forte spinta dalla situazione attuale: secondo i dati della rete di Farmakom, nelle settimane successive al primo caso nel lodigiano è stata registrata
una crescita sia delle visite giornaliere (+25,6%) che delle entrate (+19,3%) per le farmacie e parafarmacie online.
Dove possibile,
il Sistema Sanitario Nazionale sta telematizzando anche l’erogazione delle prestazioni, per esempio impiegando videochiamate per il supporto psicologico, assistendo così i cittadini nella cura della salute mentale in questo momento di crisi senza mettere a rischio quella fisica.
Nel fronteggiare l’emergenza, quindi,
il digitale fornisce diversi strumenti a supporto del cittadino e del personale sanitario, ma presenta anche nuove opportunità che definiranno le abitudini dei pazienti e gli scenari del mercato superata la crisi sanitaria.
Aprire un eCommerce di farmacia rappresenta, ora più che mai, il modo per assicurarsi il proprio spazio sul mercato di domani.
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