La digitalizzazione della farmacia e della Sanità rappresenta un’importante sfida per l’Italia: il nostro Paese è, infatti, uno dei primi in Europa per invecchiamento della popolazione e crescita della speranza di vita e perciò aumentare l’accessibilità a prodotti e servizi per la salute deve essere una priorità.
Le tecnologie digitali, incrociate con una delle reti di farmacie tra le più capillari del continente, mirano ad avvicinare la Sanità agli utenti, semplificare i processi e tracciare più puntualmente le condizioni di salute dei pazienti.
Tuttavia, l’Italia ha ancora ampi margini di crescita sugli investimenti per la digitalizzazione di questo settore: la pandemia ha permesso di sbloccare la situazione, favorendo un’accelerazione nell’implementazione di nuove tecnologie.
L’evoluzione della Sanità digitale in Italia
Secondo l’Osservatorio Sanità Digitale dal 2019 al 2020 si è registrata una crescita del 5% sulla spesa, passando da 1,43 a 1,5 miliardi di euro e coprendo l’1,2% del totale della Sanità pubblica, a cui andranno ad aggiungersi i fondi del PNRR.
La Missione 6 del PNRR è infatti dedicata al settore Salute e prevede investimenti per oltre 15 miliardi di euro, da ripartire in due attività chiave:
- 7 miliardi per lo sviluppo di reti di prossimità, strutture intermedie e telemedicina per l’assistenza territoriale, rafforzando l’erogazione delle prestazioni sul territorio nazionale e integrando più efficacemente tutti i servizi socio-sanitari;
- 8,63 miliardi per innovazione, ricerca e digitalizzazione del SSN, rinnovando l’infrastruttura tecnologica, completando l’implementazione del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), potenziando i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e incoraggiando la ricerca e il trasferimento tecnologico;
La riorganizzazione della struttura e l’evoluzione degli strumenti del SSN hanno come obiettivo ultimo quello di renderlo più sostenibile, resiliente ed equo.
L’Osservatorio Sanità Digitale pone come modello d’ispirazione a questa trasformazione digitale della sanità quello del Connected Care.
Il Connected Care è fondato attorno al principio di completa accessibilità delle informazioni grazie a un sistema di piattaforme integrate e interconnesse utilizzabili dai diversi attorni coinvolti nel processo di cura, paziente in primis, per intervenire su ognuna delle fasi di suddetto processo, ovvero:
- Prevenzione di problemi di salute e cura dello stile di vita;
- Accesso a strutture sanitari;
- Cura dei problemi di salute;
- Attività di follow-up svolte dal paziente a seguito della cura.
Altri ambiti di interesse nel processo di digitalizzazione della sanità italiana sono:
- Intelligenza artificiale per aiutare a valorizzare i dati contenuti nel FSE e negli altri sistemi di archiviazione dati del modello Connected Care;
- Terapie digitali, ovvero applicazioni validate clinicamente a scopo di prevenzione, gestione o trattamento di una patologia;
- Servizi digitali al cittadino che facilitano la comunicazione delle informazioni sulle strutture sanitarie, la prenotazione dei trattamenti e il supporto della prevenzione;
- Applicazioni per aiutare l’utente in diverse fasi del percorso terapeutico, dalla prevenzione grazie al monitoraggio degli stili di vita e all’incoraggiamento all’attività fisica, al supporto all’aderenza terapeutica o alla lotta contro una dipendenza.
Gli italiani e la sanità digitale
L’ammodernamento del SSN porta benefici marginali se non riesce a coinvolgere i cittadini: è infatti importante che le persone abbiano fiducia nel digitale e che riescano a padroneggiare la tecnologia.
Una parte della responsabilità del ritardo della digitalizzazione in Italia è proprio da cercarsi negli italiani, che si sono dimostrati generalmente restii a questo genere di cambiamenti e ancor di più in un ambito delicato come quello della sanità.
Anche in questo caso, la pandemia è stata un’indesiderata, ma utile, terapia d’urto, che ha spinto i nostri concittadini a colmare rapidamente quel digital divide saldamente radicato nella nostra cultura.
E una volta superato quel ‘baratro’ non si può tornare indietro.
Lo dimostra l’Osservatorio Digital Health & Pharma di Netcomm, che ha analizzato i comportamenti degli italiani sul tema della Sanità digitale nel corso del 2022 evidenziando come la padronanza digitale acquisita nei giorni della pandemia abbia attecchito e rivoluzionato le nostre abitudini su salute e benessere.
Cresce infatti la percezione del valore dei servizi sanitari digitali e in particolare:
- La prenotazione online di visite/prescrizioni viene usata dal 54,5% degli italiani e viene ritenuta “molto utile” dal 43% della popolazione;
- Le visite a domicilio prenotate online vengono usate dal 35,7% degli italiani e vengono ritenute “molto utili” dal 31% della popolazione;
- Le app per la salute (registrazione di esami o referti, prenotazione di visite, video-consulti, richiesta di pareri medici, …) vengono usate dal 42,2% degli italiani e vengono ritenute “molto utili” dal 25,6% della popolazione;
- Le chat con specialisti vengono usate dal 41,3% degli italiani e vengono ritenute “molto utili” dal 24,4% della popolazione;
- I video-consulti vengono usati dal 37,4% degli italiani e vengono ritenuti “molto utili” dal 19% della popolazione.
Inoltre, la maggior parte degli italiani crede che l’impiego di simili interfacce digitali renderà:
- La relazione con strutture sanitarie e medici più semplice e veloce (43,7% abbastanza d’accordo con l’affermazione, 19,8% molto d’accordo);
- Migliore la qualità dei servizi e delle prestazioni mediche (40,1% abbastanza d’accordo con l’affermazione, 18,4% molto d’accordo).
Un’altra indagine Netcomm rivela quanto effettivamente abbia inciso la pandemia nell’aiutare i cittadini ad avvicinarsi alla Sanità digitale. In particolare, tra i servizi a disposizione che sono stati provati per la prima volta durante la pandemia ci sono:
- Ricevere le prescrizioni elettroniche di farmaci e prestazioni (30,9%);
- Accedere attraverso il FSE ai dati sulla propria storia clinica (25%);
- Accedere attraverso il sito web dell’Azienda Ospedaliera ai propri dati clinici (20,18%);
- Prenotare online una prestazione (18,46%);
- Scaricare referti di analisi (17,41%).
La digitalizzazione della salute e la farmacia online
Una maggiore familiarità degli italiani con il digitale in ambito di salute significa anche opportunità per il farmacista 4.0.
L’eCommerce per la farmacia è la declinazione più immediata dell’era post pandemia, con i consumatori che hanno scoperto tutti i benefici dell’acquisto a distanza e della consegna a domicilio durante i lockdown.
La farmacia fisica, inoltre, può mettere a disposizione applicazioni, con cui i suoi clienti sono ormai più che familiari stando ai dati Netcomm, per fornire quei servizi sempre più apprezzati dai pazienti, come la prenotazione online di esami.
Farmakom fornisce questi e altri servizi e strumenti per la farmacia digitale grazie al Farmakom Digital Hub, un’unica piattaforma per controllare in modo centralizzato tutti i canali attivati dal farmacista, migliorando l’efficacia di ogni azione e la sinergia tra loro, e riducendo la necessità di operatività.
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