Dati e Analisi

Farmaci equivalenti e galenica per superare la carenza di principi attivi

Nel corso del 2022 il sistema farmaceutico europeo ha dovuto fronteggiare il problema della carenza di materie prime originata da una difficile situazione geopolitica.

La guerra in Ucraina e le tensioni con la Cina hanno compromesso le principali linee di approvvigionamento di principi attivi per l’Unione Europea: difatti, si stima che circa l’80% della loro produzione avvenga al di fuori dei confini europei.

Le recenti tensioni internazionali hanno quindi reso molto difficoltoso lo scambio di beni tra molti Paesi, a cui si aggiunge il generale aumento dei costi delle materie prime e dell’energia per alimentare gli impianti di produzione.

La congiuntura di queste circostanze ha portato le farmacie di tutta Europa a lamentare una carenza di farmaci, mettendo in difficoltà tanto il servizio per i pazienti quanto il sistema come business, e con l’inizio del 2023 la situazione non dà segni di sbloccarsi.

La situazione in Italia

L’Agenzia italiana per il farmaco, l’Aifa, ha segnalato a febbraio 2023 che sono circa 3.200 i farmaci carenti nel nostro Paese, di cui:

  • Oltre 400 sono stati inseriti preventivamente in questo elenco perché è già noto che verrà cessata la loro commercializzazione o produzione nel corso dell’anno;
  • Circa 1.270 sono ancora sul mercato, ma la produzione è già stata cessata e quindi il numero di unità è finito ed esauribile;
  • Circa 750 sono effettivamente affetti da problemi di produzione;
  • Quasi 350 sono temporaneamente fuori produzione;
  • Circa 170 sono caratterizzati da una domanda nettamente superiore all’offerta;
  • Quasi 80 hanno sia problemi di produzione che un’elevata richiesta;
  • Oltre 40 hanno un’intrinseca disponibilità ridotta;
  • Oltre 40 non sono disponibili a causa di problemi regolatori;
  • Circa 30 hanno problemi di commercializzazione;
  • Circa 10 sono stati colpiti da una sospensione della commercializzazione.

Osservando i dati, quindi, l’incapacità di soddisfare pienamente la domanda di farmaci non rappresenta neanche la metà del numero presentato da Aifa.

Tuttavia, anche se la situazione è meno grave di quanto inizialmente percepita, è comunque un campanello di allarme da ascoltare per evitare che la situazione peggiori e diventi una vera e propria crisi per il settore e per i consumatori.

La carenza dei farmaci, un problema intrinseco dell’UE

Il tema della carenza dei farmaci è stato quindi affrontato a livello comunitario, ma fin da subito sono emerse le limitazioni dell’Unione Europea su questo argomento: poiché la salute è di competenza nazionale, l’UE ha limitato spazio di manovra e nulla vieta agli Stati membri di agire indipendentemente, anteponendo il benessere dei propri cittadini allo spirito di collaborazione su cui si fonda la Comunità.

E in effetti si riscontrano casi come quello della Germania, che ha scelto di offrire ai laboratori cifre più alte del mercato per assicurarsi la fornitura, o quello della Grecia e della Romania, dove alcuni farmaci prodotti localmente non vengono più esportati.

Pur essendoci misure emergenziali capaci di contenere, almeno sul breve periodo, un’eventuale crisi di approvvigionamento dei farmaci andando a creare scorte a cui possono accedere gli Stati membri, bisogna agire alla radice del problema.

Mentre USA e Cina negli ultimi anni hanno incrementato la spesa in ricerca e sviluppo in ambito farmaceutico, l’UE ha ridotto la propria di circa il 25%, comportando una dipendenza dalle importazioni che nell’arco di 20 anni ha causato 20 volte situazioni di carenza di farmaci.

È quindi necessario riportare la produzione dentro i confini europei, supportando il settore con maggiori investimenti in R&D e semplificando le procedure per l’autorizzazione alla commercializzazione dei farmaci a livello comunitario.

Ma le soluzioni già ci sono

Tornando all’Italia, se si riprende l’elenco dei farmaci carenti di Aifa e lo si confronta con la lista di medicinali equivalenti disponibili nelle farmacie del nostro Paese si scopre che:

  • Per il 90% dei prodotti di cui è stata sospesa la commercializzazione ne esiste uno equivalente;
  • Per il 50% dei prodotti di cui c’è ridotta disponibilità ne esiste uno equivalente;
  • Per almeno il 70% dei prodotti per ognuna delle altre categorie indicate da Aifa esiste un farmaco equivalente.

Il farmacista ha quindi a disposizione alternative che devono essere adeguatamente promosse presso i pazienti che già da sole potrebbero aiutare a superare l’attuale crisi della distribuzione pur continuando a tutelare adeguatamente la salute e il benessere dei cittadini; a monte, però, serve anche la collaborazione dei medici nel prescriverli, adottando loro strategie di diversificazione.

Un altro strumento che il farmacista già possiede per superare la carenza di farmaci è quello della galenica: le farmacie e parafarmacie che dispongono di simili capacità e hanno i principi attivi adatti possono preparare prodotti terapeutici per i loro pazienti, offrendo anche un maggior grado di personalizzazione.

La Federazione ordini farmacisti italiani (Fofi) e la Società italiana farmacisti preparatori (Sifap) nei primi mesi del 2023 hanno avviato un processo di mappatura dei presidi che offrono preparazioni galeniche per comunicare ai pazienti l’esistenza di questa opzione e capire l’effettiva capacità di copertura.

In questa situazione, l’European Medicine Agency (Ema) ha incoraggiato le Amministrazioni a definire protocolli e procedure per standardizzare la qualità delle preparazioni galeniche a livello nazionale, riconoscendo così il valore di questo strumento e al contempo assicurando la tutela del paziente.

Inoltre, il farmacista che ha una presenza online con un eCommerce per la farmacia e che ha ancora scorte di farmaci SOP/OTC al momento molto ricercati ha maggiori possibilità di farsi trovare dai consumatori e fornire prodotti che non sono disponibili nel punto vendita vicino a loro.

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