Il Governo ha avviato una serie di iniziative per attutire l’impatto economico che l’emergenza coronavirus ha avuto sul nostro Paese.
In questi mesi la farmacia è stata protagonista sia offline che online, rifornendo i cittadini di farmaci e altri prodotti per la salute, e offrendo un punto di riferimento sanitario nel pieno della pandemia.
Tuttavia, se da una parte la continuazione dell’attività anche durante il lockdown ha significato il mantenimento (se non l’aumento) delle vendite, dall’altra parte il farmacista ha dovuto sostenere numerose spese per l’adeguamento dei suoi locali e la protezione di sé stesso e dei suoi collaboratori, e ha fronteggiato numerose difficoltà nella logistica.
Per questi motivi, le iniziative del Governo a sostegno delle imprese italiane, ovvero i Decreti cosiddetti Cura Italia, Liquidità e Rilancio, hanno coinvolto anche le farmacie, offrendo loro nuove opportunità.
Credito d’imposta
La farmacia può godere di un credito d’imposta sulle spese sostenute nel 2020 per la sanificazione dei locali e l’acquisto dei dispositivi di protezione, quali mascherine, guanti, abbigliamento protettivo, schermi di plexiglass, termoscanner e gel igienizzanti.
Il credito ammonta al 60% di queste spese fino a un massimo di 100.000 euro su un totale di 200 milioni di euro da ripartire tra i beneficiari: nell’eventualità che le richieste superino la cifra allocata, la percentuale del credito verrà aggiustata di conseguenza per cercare di accogliere tutte le domande. Per quanto riguarda la farmacia, queste spese comprendono anche il costo delle ore investite dai collaboratori per le operazioni di sanificazione.
La comunicazione della richiesta del credito di imposta deve essere inviata, con la documentazione relativa alle spese sostenute, all’Agenzia delle Entrate entro il 7 settembre del 2020.
Un secondo credito d’imposta può essere richiesto sul canone di locazione per uso non abitativo sui mesi di marzo, aprile e maggio, a condizione che l’attività abbia avuto ricavi inferiori ai 5 milioni di euro nel precedente periodo di imposta e abbia registrato un calo di fatturato del 50% rispetto allo stesso periodo del 2019.
Entrambi i tipi di credito d’imposta possono essere ceduti a istituti bancari e fornitori entro il 31 dicembre 2021.
Abbuono Irap
È stata anche decisa una temporanea deroga al divieto degli aiuti di Stato sui pagamenti relativi alle attività produttive, permettendo così di abbuonare il saldo Irap del 2019 e la prima rata del 2020 fino a un massimo di 800.000 euro, una quota a cui però devono essere sottratti gli eventuali crediti d’imposta usufruiti.
L’abbuono può essere richiesto da tutte le attività con ricavi inferiori a 250 milioni di euro, escluse banche e altre società finanziarie e assicurative, le PA e le holding.