Negli ultimi anni, la farmacia ha affrontato diverse trasformazioni che continuano tutt’oggi: il ruolo del farmacista nella vita dei cittadini e nel Sistema Sanitario Nazionale è cambiato sensibilmente, offrendogli una rilevanza crescente.
Parallelamente, sono cambiati anche i modelli di business e gli strumenti a disposizione del farmacista per organizzare la sua attività, consentendogli di accedere a nuove opportunità commerciali.
Quest’evoluzione è strettamente legata alla diffusione di meccanismi di affiliazione che hanno permesso alle farmacie di entrare a far parte di reti o catene.
Secondo i dati di TradeLab, a ottobre 2020 il 42% delle farmacie italiane faceva parte di una rete o di una catena, un dato che è cresciuto di 3 punti percentuali rispetto al 2019.
Questo dato, però, rappresenta una media che racchiude in sé realtà molto differenti.
Le regioni del Nord e l’Emilia Romagna la percentuale supera il 50%: la medaglia d’oro va al Trentino con 82,5%, seguita sul podio da Valle d’Aosta con 72,3% e Liguria con 66,1%, mentre in fondo troviamo la Lombardia con 52,4%.
Nel Centro, nel Sud e nelle Isole troviamo una situazione più diversificata; se Sardegna, Umbria e Toscana si avvicinano alla media nazionale (rispettivamente 41,5%, 40,1% e 39,2%), Sicilia, Campania, Calabria e Molise hanno la percentuale più bassa con 23,4%, 23,1%, 20,9% e 19,0%.
È anche importante evidenziare che queste percentuali racchiudono fenomeni molto differenti tra loro.
Una catena di farmacie implica l’acquisizione dell’attività da parte di un soggetto investitore, pratica che è stata resa possibile solo con la Legge della Concorrenza del 2017: questa liberalizzazione aveva inizialmente messo in allarme tutto il settore, mettendo di fronte i farmacisti all’ipotesi di una concorrenza impossibile da sostenere contro catene meglio finanziate e con più personale.
All’atto pratico, questi timori non si sono concretizzati in Italia, almeno per ora: nel 2019, solo 400 farmacie erano entrate a far parte di una catena, pari al 2% del totale; si stima che questa percentuale crescerà, ma comunque non supererà il 10% prima del triennio 2022/24.
Il farmacista italiano ha dimostrato che modernizzazione e competitività possono essere ottenute anche attraverso reti senza rinunciare alla propria indipendenza e anzi valorizzandola maggiormente attraverso le risorse e gli strumenti messi a disposizione dal loro network.
Una chiave importante per leggere i dati pubblicati da TradeLab è quindi la crescente necessità di modernizzazione della farmacia: per supportare questo processo, Farmakom mette a disposizione un’ampia offerta di servizi digitali per il farmacista, dall’eCommerce al digital marketing, dall’app all’Intelligenza Artificiale per gestire i canali di contatto.
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